Megarails: una goccia, nel mare del fermodellismo.

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sabato 17 ottobre 2020

Un trasformatore Lima...molto speciale!

                        LIMA 2057 electronic!



Tutto ha inizio 35 anni fa, tra l'altro durante il triennio di elettronica alle superiori. Il vecchio plastico in scala HO (oggi ancora esistente) era alimentato da un paio di Trasformatori Lima 2057, con la doppia uscita per due treni e scambi. Dopo avere quasi fuso i rudimentali reostati di cui erano dotati, presi la decisione di aprire i due alimentatori e rifarli da capo a piedi, per migliorarli. Dopotutto si trattava di alimentare due ovali, su ciascuno dei quali potevano starci al massimo due brevi convogli a inseguirsi al limite del tamponamento...perchè non recuperarli?

Avevo già modificato due trasformatori più piccoli per mettermi alla prova con quello che imparavo a scuola. Ma per i due grossi Lima occorreva uno schema più robusto. Il vecchio 2057, all'uscita del "trafo" vero e proprio era in grado di erogare anche più dei 0,75 Ampere dichiarati ma il regolatore, degli (favolosi, si usava dire) anni '60 e ormai degno di Carlo Cudega non era adeguato a sopportare correnti maggiori e in condizioni di sovraccarico si rischiava di grigliare le salamelle!... Allora la mia mente aveva partorito un semplice circuito, suggeritomi dal mio Prof:





Un pilotaggio di un carico a transistor con uno schema Darlington: il transistor più piccolo pilota la base del transistor più potente. L'ingresso del circuito è collegato direttamente al secondario del trasformatore. La sua tensione alternata viene raddrizzata da un "ponte di Graetz" a diodi e filtrata con un condensatore elettrolitico per ridurre le residue ondulazioni di tensione, prima di alimentare il regolatore vero e proprio. Il pilotaggio della base del transistor Q1 avviene con un semplice potenziometro a mo' di "partitore flottante di tensione", preferibilmente lineare. I valori di tensione e corrente del ponte a diodi, e di tensione di C1, vengono prudentemente scelti almeno il doppio dei rispettivi valori di esercizio. 

Nel normale esercizio col plastico, il potenziometro consentiva una regolazione più fine anche a basse velocità, valorizzando anche i più economici modelli Lima con motore G. Su uno dei trasformatori così modificati, oggetto di questo post, venne aggiunto in seguito un fusibile ma, in tutta fretta, verso massa. In più il transistor originale Q1 non era un 2N2222 ma un 2N1711, che dopo diversi anni di gioco si bruciò. Una volta, poi un'altra ancora: ormai siamo ai giorni nostri e stavolta a fare il prof di elettronica a scuola sono io! Dovevo risolvere il problema...
Per prima cosa aprii il vecchio Lima 2057..."electronic". Controllo tutto il circuito e l'unico componente "fritto" era proprio Q1. Prima, sposto il fusibile da massa all'uscita del ponte a diodi, posizione più efficace, e lo scelgo da appena 1A. Di più non mi serve e così non rischio più grigliate di transistor.
Non mi fido comunque e studio un piccolo accorgimento per non dover dissaldare e saldare componenti sensibili al calore del saldatore. Saldo tre pin esterni al posto di Q1, così il transistor viene semplicemente fissato a pressione sui terminali, per precauzione. Sostituisco anche il potenziometro, originariamente da 1000 ohm.




Rimontiamo il vecchio trasformatore. Come si vede nella foto successiva, per poter sostituire più facilmente i componenti più  ingombranti, il ponte a diodi e il condensatore di filtraggio C1 sono montati a parte su una piccola morsettiera. Mi rendo conto, a distanza di una trentina d'anni abbondante, che se avessi montato tutto su un'unica scheda forse non ci sarebbe più entrata dentro il contenitore...




Ora il vecchio Lima 2057 è tornato a fare..l'electronic. Ritengo che questa soluzione di modifica sia adeguata al miglioramento del trasformatore senza ricorrere a inutili schemi più complicati e anche più costosi. Al massimo si potrebbe inserire uno stabilizzatore integrato di tensione ma, a meno di far girare un paio di TGV a tutta velocità, senza non si nota granchè differenza a veder andare un treno solo piuttosto che due. Il vecchio Lima regge senza troppa fatica.
Piuttosto, se trovo qualcuno che mi tira dietro un altro 2057, potrei divertirmi a realizzare lo stesso regolatore ma con doppio raddrizzatore: uno sempre a ponte e l'altro con un solo diodo, per realizzare la famosa marcia "a semionda" tanto utilizzata anni addietro da più marche famose di fermodellismo. Sistema semplice ma che funziona sempre, soprattutto con motori a cinque poli. E con motori a tre poli, la regolazione a singola semionda è più dolce rispetto a un più moderno PWM...provare per credere.

Il Prof. Ennio Del Gobbo è stato un docente dell'ITIS "Galileo Ferraris" di Savona a cui ero affezionato e che stimavo tantissimo. E' un modello al quale aspiro durante la mia vita di professore, ma che non sono molto sicuro di raggiungere. Mi manchi.

NB: a Milano, quando si parla di una cosa vecchia e desueta, si dice che questa cosa è del Carlo Cudega...non chiedetemi perchè. Ma è onomatopeico!