Megarails: una goccia, nel mare del fermodellismo.

Megarails: una goccia, nel mare del fermodellismo.

mercoledì 21 luglio 2010

Caffè? Sì grazie, con ... la "caffettiera" T3 Arnold-Rapido di Megarails!





Questa piccola "caffettiera" è la mia prima locomotiva in scala N!
O meglio, è la mia prima locomotiva in assoluto "non Lima", arrivata assieme ad altre due locomotive della casa vicentina. In un altro post si parla della mia scoperta della scala N. Una scoperta timida, in sordina. c'era bisogno di un punto di non-ritorno per diventare un vero "ennista".
Immaginate di desiderare di buttarvi, per esempio da un ponte, siete in bilico sul bordo ma non avete il coraggio di farlo davvero (si dice "Chi desidera non vuole"). Passa un tipo, vi osserva e, pensando di agevolarvi, vi dà una spinta e giù! Ecco, mio padre: uno a caso, è stato colui che mi ha dato la spinta nella scala N!
Ma lui non è mai stato ennista, mi ha semplicemente passato il materiale che aveva e che descrivo in altro post, tra cui questa piccola e generosissima T3 della Arnold-Rapido, acquistata nel 1965.
Bella, quasi intonsa. Telaio e carrozzeria di metallo pressofuso. La metto sui binari di un improvvisato ovale, per verificare che "respiri". Fuma, puzza, singhiozza, scorreggia ma si mette in moto! Se non per la prima volta, sicuramente la seconda o la terza. La fermo quasi subito, è necessaria una ripassata della meccanica, rimasta ferma troppo a lungo.
La smonto completamente, i modellini di una volta sono meno complicati da smontare, e anche da rimontare dato che ci sono viti e non quegli accidenti di incastri...Telaio, carrozzeria in Cast Iron, rodiggio e trasmissione a bagno con spazzolino da denti e una goccia di detersivo liquido per piatti! E dopo, asciugare con cura. Io non ho il coraggio di sporcare o invecchiare i miei trenini, a parte qualche caso molto particolare li voglio vedere sempre a nuovo.

Il motore, ma solo se è facile, lo smonto. Pulisco i magneti e il collettore dell'indotto con una goccia di alcool e un Cotton-Fioc, poi si rimonta tutto. I carboncini sono ok perchè praticamente nuovi, va solo fatta attenzione alla pressione delle molle sugli stessi durante il loro montaggio: se spingono poco, le povere spazzole non trasmetteranno a dovere la corrente sull'indotto e si consumeranno più in fretta; se spingono troppo, stesso risultato per usura precoce.
Il motore, con due gocce di lubrificante sulle "bronzine", o supporti, ora è pronto per girare così com'è, con pochi volt, collegato al trafo per controllare che giri come si deve. Io uso il Marklin, è un olio denso, basta una goccia. (Però una volta usavo anche olio Rivarossi)
Prima di riassemblare la meccanica, pulisco accuratamente ogni lamella, presa di corrente, pattino: a tale proposito la gomma Roco è più che sufficiente, a patto di non spazzolare in modo troppo energico. Le rimonto facendo attenzione che non pressino troppo sugli assi o sulle ruote. In scala N ogni attrito parassita si sente!

Il rodiggio va montato delicatamente, qua non ho bisogno di lubrificare, gli assi appoggiano su metallo antifrizione. L'alberino di trasmissione necessita solo di una goccia di olio per ciascun supporto, dove appoggiano le minuscole rondelle. Sconsiglio vivamente di lubrificare gli ingranaggi, io lo feci con una GE U36B di Bachmann che mi ha scompisciato letteralmente le rotaie! Non lo avessi mai fatto...non sono ancora riuscito a sgrassarla! Non fatelo...
Monto il motore al suo posto e lascio girare 1-2 minuti al minimo in ambedue i sensi di marcia la locomotiva, ma non sui binari, giusto per farla sgranchire un po', proprio appena va in movimento. Vi sembrerà strano ma è rilassante sentire girare un bel modellino al minimo, è come quando ascolto il minimo di un bel motore messo a punto, senti tutti i ruotismi e i suoni girare "tondi".
Innesto la bella carrozzeria in Die-Cast, avvito il fumaiolo che assicura il tutto e via!, sulle rotaie. Il minimo a piena tensione non è il massimo ma una volta in moto la piccola T3 avanza più silenziosa e regolare. Commuto il trafo su semionda per ottenere una marcia più realistica e la T3 si avvia dolcemente. Il suo motore, nonostante gli oltre 40 anni di età, digerisce senza problemi l'alimentazione a semionda.
La uso per far girare sul plastico un po' di materiale di epoca II e III, tra cui si trovano alcune carrozze e carri merci a due assi sempre delle prime produzioni Arnold-Rapido. Modellini col telaio metallico dai particolari delicati ma già allora ricchi di dettagli.
Unico punto debole, la captazione di corrente al passaggio sugli scambi, soprattutto quando il cuore non è elettrificato o non presenta lamine aggiuntive di presa elettrica come ad esempio Fleischmann. Data l'età, la mia T3 non può fare la shunter! Comunque ho risolto parzialmente il problema, spennellando nelle gole del cuore del liquido conduttivo come quello venduto da Busch (art. 5900). L'ho steso una volta nel 1990 e resiste ancora. E la mia piccola caffettiera ne beneficia...


mercoledì 7 luglio 2010

Il percorso spirituale di Megarails - parte I



La mia iniziazione al mondo del modellismo ferroviario passò naturalmente dalle confezioni di trenini.


Dopo un timido "sondaggio" con un Lima Crick (scala 1:45), mio papà diede il primo affondo al Natale del 1971. Confezione classica Lima HO con "Tartaruga", due carrozze Y, ovale con due scambi e trasformatore. Più un'altra confezione più piccola, a pile: locomotiva da manovra FS, credo di fantasia, due carrozze e un semplice ovale. Gli scambi erano elettrici e li sto utilizzando sul mio vecchio HO ancor oggi. Ci giocai ma non troppo, affascinato all'epoca da macchinine e Lego, e misi comunque a dura prova la resistenza dei trenini di Vicenza, robustissimi.
Papà per un po' di tempo montò l'ovale con binario di precedenza su una tavola di compensato 160x100 cm...ora che ci penso, fu un chiaro e deliberato messaggio subliminale, ma io ero ancora piccolo! Non ero ancora consapevole di cosa mi aspettava. Per esempio, oggi i bimbi sono più svegli. Per esempio, la prima volta che ho fatto sedere mia figlia, nata nel 2007, sulla mia moto aveva già capito tutto del suo futuro...era tutta goduta!...


Papà ci riprovò nel 1972: confezione a pile con piccola vaporiera e due vagoncini merci, semplice ovale che arricchì la dotazione dell'anno precedente. Era una stagione di transizione: mi piacevano un sacco le auto in scala 1:13 della Pocher. Alcune me le regalarono i miei, altre sono acquisti recenti nei mercatini. Ricordo in particolare la FIAT 125 della Pocher e la Alpine-Renault A310 acquistata in Francia. Quelle di quando ero bambino, sono in parte da rimontare ma le ho ancora tutte! Poi si sognavano i Big Jim, i mitici soldatini Atlantic...

Il mio paziente e tenace padre, "marklinista" convinto, mi diede la spallata definitiva nel Natale del 1974.
Confezione a "otto" con ponte girevole e viadotto, treno francese "Le Capitole" con locomotiva BB 9200, due carrozze GC - Capitole e un carro per auto al seguito. Più una marea di binari e scambi sciolti, un trasformatore per i treni e uno per gli scambi, una stazione con semaforo e altri accessori. Trovai tutto sul divano di casa: una cosa che non dimenticherò mai.
Il danno era fatto: il trenino diventò il mio gioco preferito. Di sempre. Ho avuto e ho ancora altre passioni, sono motociclista da una vita, ma tra una passione e l'altra sono sempre legato al fermodellismo.


Inoltre trovai nella nuova confezione un catalogo un po' più ricco dei depliant precedenti. Sfogliai nei giorni seguenti questo catalogo e scoprii un mondo, dove esisteva una moltitudine di rotabili e accessori vari che potevano ampliare ancor di più le mie possibilità di gioco.
Nel frattempo stavo scoprendo il mondo dei treni veri, così ritrovavo in questo interessante libretto la E 646 e la E 645, che tante volte avevo visto sulla linea del Frejus quando andavo in montagna.
Esilarante fu il siparietto che misi su la prima volta che papà mi portò a Milano. Feci il terzo grado al macchinista del rapido da cui eravamo appena scesi: mi accorsi che la sua E 444 aveva il muso "panciuto", diverso dalla "Tartaruga" Lima che possedevo e chiesi spiegazioni...e lui a spiegarmi che il mio modellino era il prototipo mentre la E 444 "panciuta" era la vera locomotiva di serie. Mi sentii un po' fregato dalla Lima; mio padre, dietro, rideva sotto i baffi!
E il peggio doveva ancora venire...quando nelle mie orecchie risuonò per la prima volta la parola "plastico"......plastico......plastico.......

lunedì 5 luglio 2010

LE GRANDI EUROPEE del plastico di Megarails



Le "ammiraglie" che vedete in queste foto sono le locomotive più grandi del parco rotabili "europeo" di Megarails. Le ho acquistate durante gli anni per due motivi: mi hanno sempre affascinato sin da bambino; le ho conosciute anche al vero e credo siano, nelle varie amministrazioni ferroviarie, tra le più rappresentative.





Da sinistra: DB 103, di Arnold, prodotta a fine anni '90; SNCF CC 6500 nei colori TEE, di Minitrix, prodotta nel 2003;
DB 152 livrea "Siemens", di minitrix, prodotta nel 2004; FS E 444, di Rivarossi, la vecchietta del gruppo (1975).




Il funzionamento delle tre locomotive di costruzione tedesca è impeccabile ma, visto che "non te le regalano", dovrebbe essere cosa ovvia.Stupisce, ma non troppo, la marcia potente e dolcissima della "Tartaruga" Rivarossi nonostante l'età. Essa richiede solo un'attenta lubrificazione della trasmissione per non sforzare troppo il motore. Personalmente posseggo altri modellini RR, americani e con il motore montato direttamente su un carrello, verticale e in questo caso il funzionamento è più "rude" rispetto all'italiana, che ha la trasmissione ad alberi cardanici.


Esteticamente la E 444 di Como regge benissimo l'impatto col tempo. In effetti la CC 6500 francese è molto ben rifinita, invece la DB 152 la si apprezza di più per la sua marcia che per la ricchezza di particolari, anche perchè al vero la motrice è piuttosto semplice e senza troppi "ammenicoli"...Discorso a parte per la DB 103: è ben fatta e sul mercato si riesce ad acquistare, con un po' di fortuna, anche sotto i 100 euro.