Megarails: una goccia, nel mare del fermodellismo.

Megarails: una goccia, nel mare del fermodellismo.

martedì 30 novembre 2010

Fermodellista italiano in scala N: ...ZZATO COME UNA BESTIA!!

Io sono un fermodellista italiano in scala N ed essendo un fermodellista italiano in scala N sono sempre, costantemente incazzato come una bestia!!
 
 
Un tempo io ero un mite fermodellista. Ho sempre avuto tre anime: accazerista in stile italo-francese, innamorato di Lima ma che accoglie con piacere altre marche, soprattutto vintage; marklinista, che adora i binari tipo M e adora locomotive in metallo pressofuso e carrozze/carri di lamierino, soprattutto americane; ennista in stile italiano, delle nostre frontiere e ancora americano. L'ultima, l'anima che oggi, a furia di sentirsi in pena da anni, mi ha reso incazzato come una bestia!
E non certo per lo stile americano, tantomeno per quelli di frontiera…Ma perchè un ennista italiano si deve sempre sbattere molto di più dei propri simili europei per coltivare la propria passione con rotabili nostrani? Lasciamo da parte gli americani e gli “americanisti” (io mi chiamo fuori!), sono i modellisti in scala N più fortunati del mondo e se li coccolano molti produttori di trenini, anche in N. Parliamo di fermodellisti europei: chi fa stile tedesco ovviamente ”sbulacca”...chi fa francese, anche...sta bene anche chi fa inglese...chi fa svizzero, diciamo che gongola pure lui...chi fa austriaco, non sta affatto peggio di noi...già E NOI?
Qui lo dico e qui lo nego…pronto a mettere il dito nella piaga!(La mia "ammiraglia", sembra un HO...cosa non imbelinavano a Como una volta!)
In principio erano Lima e Rivarossi, che ci hanno dato parecchi modelli da metà anni ’60 fino agli anni '80. Lima aveva in catalogo E 444.001, E 424 e D 341 oltre a carrozze Y da 138 mm. RR produceva E 444 di serie, D 341 e belle carrozze X lunghe in scala esatta. Il tutto condito da diversi modelli di carri merci. Il duo era insidiato dal terzo incomodo Tibidabo, ditta del piemontese Gianfranco Bianco (probabilmente col mito Arnaldo Pocher dietro le quinte…) che produsse la E 626, la vaporiera gr. 835 e alcune carrozze e carri merci di epoca circa III; inoltre furono realizzati gli stampi per riprodurre la “Regina” gr. 685, mai prodotta. Poi, vari produttori più piccoli tra i quali spiccavano: Cestaro, che produceva tra l’altro una bella E 645 I serie; ARMO, che produceva tra l’altro la E 428; Comfer, con un’ampia scelta tra diverse locomotive elettriche; Euromodellismo, autore tra l’altro di una E 412; Riviermodel, ovvero l’alba di CLM. Ce ne sono altri, sicuramente non riuscirò a metterli tutti qua, me ne scuso…
A inizio anni ’90, l’avventura Minitrain, iniziata con Lima e destinata a svilupparsi sotto l’egida RR. Vi furono cosucce interessanti anche nelle carrozze, come le letti TEN e le francesi Corail per servizi internazionali, ce le ho e sono carine soprattutto le seconde. Vi furono riedizioni di alcune locomotive Lima con trasmissione a cardani e vi fu una breve collaborazione con Hobbytrain.
 
Notate come Minitrain, nei suoi ultimi anni di vita sotto il marchio Rivarossi, avesse previsto come novità nientepopodimeno che le locomotive E 645 ed E 646, roba da infarto. Un vero peccato che questo colpo non sia stato messo a segno, io le avrei comprate di corsa entrambe
La concorrenza dei produttori stranieri è consistente nel settore del materiale rimorchiato, con Roco e Arnold in particolare a proporre le Z-Eurofima fin da fine anni ’70. La casa austriaca ci aveva anche proposto, dagli ’80, i suoi bellissimi carri “a tasca fissa” per trasporto semirimorchi in metallo pressofuso. Inoltre, alcune Case hanno messo a catalogo versioni di locomotive a vapore “italianizzate”, cioè mezzi stranieri che hanno circolato per vari motivi nel nostro paese. Lo cito per dovere di cronaca ma per me questi modelli non avevano granchè valore: giusto il sapore di una pacca sulla spalla o di un contentino ma non rappresentavano, da parte delle ditte interessate, un significativo sforzo a lavorare sul mercato italiano della scala N.
Francamente, ce lo potevano risparmiare.
Poi, “adagio e lentamente” come dicono al mio paese, l’oblio. Rivarossi e Lima, logorate a vicende alterne dai loro mutamenti societari, hanno lasciato morire il loro giovanissimo brand Minitrain, lasciando al proprio destino anche la breve collaborazione con Hobbytrain. Ricompare a inizio millennio odierno Tibidabo assieme alla casa slovena Mehano, con rotabili nostrani in scala N: la E 444R e la E 424 nelle loro varie colorazioni, dal 2002 al 2005, poi il silenzio. Intorno a questi anni la ACME, nuova casa produttrice all’epoca in fase di decollo, distribuiva bellissime carrozze in scala 1:160 del Sig. Fraticelli, alias Fratix, che realizzava anche la E 402A…un altro sogno che ha ballato alcune estati prima di finire come fanno i sogni all’alba. Si sviluppano le attività di diversi piccoli marchi ma da soli non possono contrastare il deserto che si è venuto a creare per la scala N in stile italiano…una cosa che mi ha fatto diventare sempre, costantemente incazzato come una bestia!
 
Ora, vediamo cosa succede nell’Italia in 1:160!
Ho cercato di ricordarmi di tutti, ho cercato di documentarmi meglio che potevo: chiedo scusa fin d’ora se mi sono dimenticato di questo/quel produttore o di questo/quel modello.
Cominciamo dagli artigiani e piccoli produttori che comunque sviluppano limitati volumi di modelli. Essi hanno parzialmente ravvivato il deserto di cui sopra, se riesco vi metto anche il link.
Tibidabo
Non ho trovato alcun sito internet ma credo che il Sig. Gianfranco Bianco sia vigile, sornione e pronto a scattare come la tigre Shere Khan del “Libro della giungla”…io la considererò ancora in attività. Non capisco come nessuno si offra per collaborare per intraprendere un progetto comune di produzione di rotabili in scala N. Potrebbe essere un nuovo grande produttore, come ad esempio Vitrains. Oppure un collega “piccolo” come quelli che presto citerò, che stanno facendo cose egregie.
 
E626 Tibidabo
Cosa non ha di recente, lo si può trovare con un po’ di fortuna sull’usato e in ogni caso a prezzi non pazzi. La 835 tiene ancora botta e soprattutto l’ultraquarantenne E 626 va ancora forte! Personalmente, quest’ultima la vorrei però pagare qualche volentieri euro in più per finanziare un restyling dei carrelli, se lo meriterebbe lei e…noi! Buone anche le carrozze “tipo 1921”( nonostante i sottocassa non attualissimi…), in diverse livree, e i vari carri merci a 2 assi proposti. Dalla recente collaborazione con Mehano troviamo anche E 444R ed E 424 nelle loro varie colorazioni.
PiRaTa
La produzione è aggressiva come il nome che porta e presenta una buona qualità costruttiva, sia delle locomotive che delle carrozze e carri merci. Segnalo in particolare la locomotiva E 402 di preserie e le carrozze Z in varie versioni. Vi è anche l’elettromotrice Ale 582, con relative rimorchiate. I prezzi sono proporzionati ai volumi produttivi della ditta, comunque non a livelli stratosferici. Anche se in questo post non trattiamo espressamente di rotabili merci, sono degni di nota i suoi carri per trasporto cereali.
 
Locomodels
Questa ditta è frutto del matrimonio tra LoCo e ACAR. Vi sono alcune locomotive tipo E 402A, E 645/646, E 656 e la recente E 464, rifinite in modo buono ma con alcuni particolari perfettibili (scritte, portelli, griglie), soprattutto a fronte di prezzi non troppo accessibili. Comunque i modelli appena citati hanno sotto le scocchette delle belle meccaniche e il loro funzionamento è stato giudicato molto buono. Migliore la finitura della bella automotrice Ale 840 e delle carrozze a piano ribassato proposte nelle sue varie colorazioni. La ditta propone anche le elettromotrici “Varesine” E 623 e l’elettrotreno ETR 200.
 
CLM Hi-Tech
Festival di “articolate”: tutte le generazioni di macchine Bo-Bo-Bo sono riprodotte dalla ditta genovese. Dalle E 636 “castano-isabella” e “XMPR” alla E 656 in livrea “grigio nebbia-blu orientale”, passando per; E 645 “castano-isabella”; E 646 “grigio nebbia-verde magnolia”, “navetta” e “Treno Azzurro”. Prezzi da infarto, ma le scocchette sono in metallo pressofuso e i motori Mabuchi. Alcuni fermodellisti che hanno avuto la fortuna di acquistare dei loro modelli hanno riferito dell’ottima assistenza alla clientela.
Se visitate il sito, prendetevi ancora due minuti e cliccate sulla pagina “curiosità”. Vengono mostrati i modellini realizzati da un appassionato che usa materiali “sportivi” come plasticard e simili. Che belli che sono…come lo invidio…che futta che mi fa…
 
Euro Trains SL
Lidia Santi ha intrapreso una produzione di rotabili in scala 1:160, cominciando dal mondo delle carrozze “Centoporte”. Il prezzo non è eccessivo, le più economiche partono da 41 euro e la qualità è buona. Vedremo le prossima novità.
 
Assoenne
Il vulcanico Marco Gallo, già patron della Almamodels, ha concepito un’associazione di fermodellisti che si propone di realizzare modelli in N da rivendere a prezzo di costo tra i propri associati, che possono anche essere coinvolti direttamente nella realizzazione di propri prototipi, a uso esclusivo o da condividere in piccola produzione di serie nell’ambito della stessa associazione. Belle le E 402B e le “Centoporte”, molto interessanti i carrelli ad appoggio isostatici in progetto. L’attuale quota associativa annuale è di 100 euro ed è conveniente soprattutto per chi vuole investire in diversi modelli dell’associazione, i cui prezzi non sono affatto alti: per esempio, 95 euro per una E 402B, idem per una D 342 e 30 per una “Centoporte”. Se vuoi rinfoltire in poche mosse un parco rotabili, mettiamo di epoca III potrebbe essere un’ottima idea.
Recentemente Assoenne ha stretto un accordo con Eurotrain, finalizzato alla futura vendita dei propri modelli fuori dall’ambito della stessa associazione. Se riuscirà a mantenere una buona politica prezzi, la ditta di Marco Gallo comincerà a fare paura anche ai produttori più grandi.
HiTech Railroad Modelling
La gamma di carri  merci a 2 assi è abbastanza nutrita, con modelli ben fatti e con buoni prezzi. Meno  abbordabili le locomotive, con una bella gr. 835 in metallo e una E 424 niente  male: peccato che quest’ultima abbia i carrelli non conformi all’originale, non è accettabile, a fronte di 150-175 euro di prezzo secondo le versioni.
TriNacria
xpone@libero.it
Tra i prodotti del marchio di Alessandro Pone, segnalo delle carrozze carine di epoca III, a due assi in colori “Castano-Isabella”, tra cui anche un vagone postale. Possibilità di sconti per i soci ASN.

Euromodell F.P.
In catalogo vi sono locomotive rappresentative ed interessanti, come ad esempio le elettriche E 424, E 428, E 444, E 636, E 645, E 646, E 402 A e le vaporiere 740, 691. Presente anche l’elettrotreno ETR 300 “Settebello”. Modelli ben fatti e con meccaniche di tutto rispetto (motori Faulhaber) ma con prezzi tali da richiedere un mutuo…Fine Scale München
La ditta tedesca propone in particolare D 345, la E 360 trifase, coppia di automotrici Aln 442/448 TEE; carrozze ”tipo 1921” e ”Centoporte” nelle loro diverse versioni. Molto ben fatte. Dati i volumi produttivi, i prezzi consigliano di lanciarsi nel…Superenalotto!
I modelli prodotti dalle ditte appena citate prima o poi si troveranno nel mercato dell’usato, dove coesisteranno con articoli di cessata produzione
Rimpiango ad esempio le bellissime carrozze “Gran confort” di Fratix, già citate nel post, che produceva anche esemplari della famiglia “Medie distanze”. E’ proprio un peccato che questa ditta abbia chiuso i battenti… qualcuno potrebbe forse raccoglierne l’eredità?... Magari proprio chi le distribuiva?... Si accettano scommesse…
 
Cestaro. Le sue E 645  fanno ancor oggi la loro porca figura. Chi la trova usata, non se la lasci scappare!
 
Vogliamo parlare anche della Ferrovia del Caimano? Anche in questo caso, cose interessanti…
A proposito di mercato dell’usato, esaminiamo un filone di elaborazioni fermodellistiche sviluppatosi pochi anni fa grazie a una raccolta edita, nelle edicole italiane, dalla Delprado, che proponeva modelli statici di locomotive europee e non in scala N. Tu acquistavi una e 428, oppure una francese CC 72000 ecc e ti veniva la scimmia di volerlo motorizzare: come? Ecco comparire come funghi kit di motorizzazione delle giapponesi Tomix e Kato che facevano al caso nostro. Oppure telai completi di motore e rodiggio della vecchia Almamodels (un articolo del genere è ancora in catalogo Assoenne), raffinati e con potenti motori Kato. Altri modellisti sviluppavano proprie soluzioni come quelle dei soci ASN per motorizzare E 645 ed E 428 (addirittura con micromotori di hard disk dismessi dai computer…che matti). Alcuni modelli erano ben rifiniti, altri purtroppo, come la trifase E 550, erano scarsini. Però a volte, piuttosto che niente, meglio una base da poco e rivoltarla come un guanto per avere qualcosa di soddisfacente!
Facciamo anche un riepilogo di cosa potremmo trovare, nell’usato, della vecchia produzione delle grandi Case. Soprattutto di locomotive e carrozze passeggeri.
Lima. E 444.001, D 341, E 424 e carrozze Y lunghe 138 mm; anche le Y francesi potevano interessare, per convogli internazionali. La gamma Minitrain ripeteva l’assortimento delle macchine aggiornate nella meccanica con motore centrale e trasmissione a cardani; tra le nuove carrozze a lunghezza in scala citiamo le X “grigio-rosso fegato”, anche bagagliaio, le TEN con letti e le francesi della serie “Corail”. Se piacciono le ambientazioni di frontiera, c’era anche il TGV Paris Sud-Est.
Rivarossi. E 444 di serie, con trasmissione cardanica, e D 341; carrozze X da subito lunghe in scala esatta di I e II classe, nei colori “grigio ardesia” e “grigio-rosso fegato” più i bagagliai.
Arnold. Carrozze Z “Eurofima”, XMPR e “due toni grigio” lunghe in scala esatta. Carrozze X “grigio-rosso fegato”. Carrozze Y francesi ma con lunghezza “corta”.
Minitrix. Carrozze X recentemente prodotte, lasciando sorprendentemente sul tetto le nervature tipiche delle versioni tedesche. Potevano evitare…
Roco. Carrozze Z, dalle “Eurofima” alle recenti XMPR, passando per le “Bandiera” e i toni di grigio. Oltre ad alcune SNCF “Corail”.
Inoltre, ovvio, tutte quelle carrozze straniere che si potrebbero incontrare da noi con i convogli internazionali: ma ciò prescinde da questo post, questi modelli si potranno trovare sempre e ovunque!
Allora, il nostro mercato della scala N non è esente da bollori più o meno grandi, c’è fermento, ci sono iniziative: a qualcuno prima o poi fischieranno le orecchie, o no.
Diceva il mitico giornalista Antonio Lubrano "la domanda nasce spontanea"...: ma perché, nonostante tutto, mi sento un fermodellista italiano “ennista” sempre, costantemente incazzato come una bestia?
Io continuo a chiedermi dove sono i grandi produttori europei di trenini, ecco perché!
Le grandi Case, non è che non ci siano per nulla, ma per noi non stanno osando abbastanza.
Attualmente, nei vari  assortimenti in 1:160 va forte il materiale rotabile di operatori, anche  stranieri, che impegnano quotidianamente i binari italiani: non solo carri  merci o carrozze per treni internazionali ma anche locomotive elettriche e  diesel. Inoltre, vizietto non nuovo a diversi grandi produttori, si propone al  nostro mercato modelli di rotabili “italianizzati”, soprattutto vaporiere o  locomotivette diesel da manovra straniere che per diversi motivi sono state  acquisite dalle nostre amministrazioni ferroviarie. Non ci occuperemo in genere  di quanto citato sopra, anche perché il terreno dei modelli di carrozze  straniere che possiamo trovare in Italia è sempre fertile, idem per i carri  merci e le vaporiere prede belliche. Noi cercheremo di valutare soprattutto la  situazione delle locomotive e delle carrozze FS, cioè l’aspetto più critico e  carente.Minitrix
Diverse locomotive politensioni come ad esempio Re 474 e Re 484 di SBB Cargo, E 189 di Dispolok e ES64 F4 di NordCargo. Due bei set di tre carrozze X in versione “grigio-rosso fegato”, finalmente senza più le penose nervature trasversali sul tetto. Carrozze SBB per treni Eurocity che si possono vedere anche in Italia, compresa la suggestiva vettura panoramica.

Mehano
Attualmente la ditta slovena ha in catalogo,non proprio interessante per l'Italia, solo la motrice diesel Vossloh G2000 in livrea SBB cargo. O ti prende la scimmia di comprarla per poi ricolorarla...
Arnold (gruppo Hornby)
E' l'anno del cinquantenario e la Casa si sta rialzando con le ossa rotte dopo le vicissitudini dell’ultimo decennio. Si vedono a catalogo diverse locomotive di vari operatori privati, tra cui una bella Bombardier E 186 di Linea. Sono sempre disponibili le carrozze X in versione “grigio-rosso fegato".
L.S. Models
Per il trasporto passeggeri esistono, oltre alle belle charter TUI “Ferien Express”, diversi tipi di carrozze per servizi internazionali che giungono anche in Italia ma non c'è niente di FS a catalogo.
 
Fleischmann
Locomotiva a vapore gr. 460 (ex G8 KPEV), preda bellica però ci sono anche carrozze epoca II-III, a tre assi oppure a carrelli, carine. Piuttosto che nulla: si riparte a braccetto di ciò che resta di Roco in 1:160, tra l’altro sotto l’occhio vigile della Gieffeci che non smetterà sicuramente di spronare la Casa a fare di più sul fronte FS.
Gr 460 di Fleischmann
Kato – Hobbytrain
Locomotive politensioni  ES64 F4 MRCE-Dispolok, E 189 ed E 474 di SBB Cargo, E 474 di NordCargo. Carrozze TUI. Convoglio TEE RAe II di SBB. Locomotiva a vapore FS gr. 473.
Re474 Ferrovie Nord Milano di Hobbytrain (HT2906)
ACME
La recente entrata in produzione dei “Pendolini” ETR 600/610 ha dato una scrollatina niente male al mercato. Quando i modelli saranno nelle vetrine dei negozi, vedremo se saranno davvero ben fatti come sembrano. Nel frattempo, la speranza è l’ultima a morire, se la casa milanese si decidesse a chiedere al Sig. Fraticelli l’occorrente per rimettere in commercio i bellissimi pezzi di Fratix (sigh)…
ETR600 Frecciargento di ACME)

Vi sarebbero per noi fermodellisti italiani diverse cose interessanti, ben fatte e con buone meccaniche. Peccati che la maggior parte dei modelli disponibili negli assortimenti delle grandi case derivano in grandissima parte da modelli già esistenti di altre amministrazioni ferroviarie: bella forza!
Non basta. Non si può andare avanti all’infinito con prede belliche, automotori 213, locomotive TRAXX ed Eurosprinter ecc.ecc. ecco perchè sono sempre, costantemente incazzato come una bestia. Perché i fermodellisti italiani che vogliono divertirsi con la scala N in stile italiano hanno prima di tutto bisogno di modelli FS.
E’ un peccato, perché il terreno su cui potrebbe svilupparsi una domanda di siffatti modelli sarebbe fertile. Avrei potuto sorvolare sul nutritissimo panorama di produttori artigianali o comunque di piccole dimensioni: invece ho tentato di fare una panoramica per mostrare che se esistono tutti questi soggetti la domanda c’è, eccome. Un mercato di potenziali acquirenti che non può essere snobbato dalle Case europee.
 
Quali modelli si potrebbero proporre sul mercato? Modelli rappresentativi, per la loro diffusione sulla rete FS o per alcune caratteristiche particolari, o ancora per importanza. Potrebbe essere una E 636, o una E 646 o un “Caimano”. Una delle “Tartarughe”. Una E 633. Una E 424 o una E 464, piccole ma diffuse alle loro rispettive epoche. Anche una diesel, tipo la D 345. Non pretendo da subito una vaporiera, anche se farebbe effetto una bella 740 o una 685 (a meno che Tibidabo non abbia un sussulto e tiri fuori finalmente gli stampi della sua 685, magari). Produrre una locomotiva simile significherebbe dare un segnale di voler investire sul mercato italiano e si potrebbe essere ben ripagati.
Non deve essere per forza un modello “full optional”: si potrebbe commercializzare un modello in più versioni: per esempio una “base” senza decoder e una già digitalizzata, magari con pantografi più fini tipo i Sommerfeldt o con altre finezze, e diversificarle sul prezzo per avvicinare sia il neofita che il modellista più esigente. E, perché no, anche una versione in kit. Non sono idee trascendentali, ci aveva provato anche Rivarossi in HO tanto tempo fa.
Occorre un maggiore sforzo anche per le carrozze passeggeri FS, intendo qualcosa di nuovo che non sia la solita X o Eurofima o TEN. Qualcosa già si sta muovendo, vedi Fleischmann. Per esempio, c’è un buco notevole da poter riempire di modelli come le “Centoporte”, le “Corbellini” e anche le “1946/1959”. Anche le “TEE/Gran Confort” meriterebbero attenzione.
Chi potrebbe risultare adatta, tra le grandi Case, a dare una sterzata a questa situazione?
E dunque a produrre uno o più modelli FS in scala N che mancano sul nostro mercato?
Le italiane ACME e Vitrains sono giovani e rampanti, stanno dimostrando una certa vitalità. Inoltre, lo abbiamo già detto, la prima ditta ha pronti gli elettrotreni ad assetto variabile ETR 600 (Trenitalia) ed ETR 610 (Cisalpino) in 1:160. Sarebbe notevole che intraprendessero entrambe la produzione di modelli in questa scala. Sono forze fresche e vivaci, non si fanno problemi a mandare a fare gli stampi in Oriente per razionalizzare i processi produttivi al contrario di altre gloriose Case, tanto la loro storia è tutta da scrivere (o, nel caso dei vicentini, da ricucire in senso ottimistico): potrebbero entrambe dire la loro.
 
Il gruppo Hornby ha in Arnold il naturale prosecutore della sua produzione in scala N. Oltre a doverci rivolgere allo storico marchio tedesco, si dovrebbe considerare la possibilità di affidare a Rivarossi, o anche a Lima, la ripresa di una linea di modelli italiani in scala N che in passato le aveva dato ottima reputazione. Al momento però è difficile che ciò succeda. Anche se Lima e RR possono diversificare la loro gamma rispetto ad Arnold, oggi Hornby punta a consolidare le produzioni esistenti senza lanciarsi in altre avventure. Ho paura che sogni simili per ora ce li possiamo scordare.
Modelleisebahn è il gruppo che comprende i marchi Roco e Fleischmann. Il brand tedesco è ora l’unico, purtroppo, dei due che segue la scala N e ha fatto un piccolo passo avanti con la vaporiera 460 e le vecchie carrozze a tre assi e a carrelli progenitrici delle “Centoporte”. Mi auguro che sia l’inizio di una serie e speriamo che Gieffeci contribuisca a incrementare l’assortimento italiano, con la stessa vitalità che da decenni mostra in HO…voi, ci pensate per esempio se un bel giorno uscisse da loro una sorpresa, tipo una E 636…una D 345…anche una E 412 piccola piccola…?
 
Non è il caso di parlare degli altri costruttori “industriali”, è facile intuire chi abbiamo lasciato indietro, perché da loro non credo ci saranno sorprese nell’immediato futuro. Del resto, quando ai tempi la E 626 Roco HO entrò in commercio, le ditte escluse dall’elenco appena citato non fecero alcuno sforzo per contrastarla…
Fermiamoci qua. La parte del post che mi rivela fermodellista “incazzato come una bestia” si trova in effetti verso la fine: sono le grandi Case i miei bersagli. Quando ho cominciato a scrivere, mi ero accostato con un briciolo di scetticismo al mondo dei piccoli produttori italiani in 1:160 ma mi sono dovuto ricredere: questo mondo è vitale e in buona salute. Esaminarlo ne vale la pena per capire che il mercato fermodellistico “ennista” non è una landa desolata bensì un terreno potenzialmente molto fertile, al quale i "grandi" produttori industriali di trenini in N devono andare incontro. Avanti, un piccolo sforzo prego.
La rassegna dei piccoli produttori italiani in scala N potrebbe avere qualche lacuna. Sono un appassionato dal 1970 ma non sono un esperto, potrei aver lasciato qualcosa/qualcuno per strada e me ne scuso.
Spero vi sia piaciuto. Non ci sono molte foto, anzi molto poche. Il rischio di favorire alcuni soggetti dimenticandone altri è sempre dietro l’angolo…ho riservato qualche immagine qua e là e basta. Forse, se mi scappa la “scimmia” di rinfrescare il post, qualche altra pics potrebbe starci. Forse.
Grazie, a chi mi legge. Per chi non ha voglia di sciropparsi tutto o per chi non piace, grazie lo stesso.
A partire dalla 3° foto, e tranne quella qua sopra del modello Arnold, le immagini di questo post sono tutte provenienti dal blog http://scalaenne.wordpress.com, che ringrazio per la disponibilità e dove potete trovare ulteriori approfondimenti.

1 commento:

  1. Il numero di modelli per ammortizzare i costi di produzione è talmente elevato per il mercato italiano che non rende fattibile la messa in produzione, si prevede che il n° di pezzi necessari per ammortizzare i costi industriali sia di 2000 unita a fronte di una soglia di vendita attorno ai 300 pezzi il che per una casa commerciale non risulta conveniente.
    Arnold investe ultimamente su rotabili Spagnoli e Francesi le grandi case sui modelli Austriaci che garantiscono volumi di vendita adeguati per averne un ricavo.
    Dispiace dirlo ma il mercato nostrano della enne soffre la mania del vecchio retaggio Italiano che il trenino deve essere "GRANDE" leggi HO pertanto la enne non viene presa in considerazione poi si lamentano di non avere spazio per il plastico, altro fattore negativo mancanza di nuove leve i ragazzi di oggi non hanno nessuna manualità abituati ad usare PC e telefonini quando scoprono che per fare un plastico devi muovere le manine oltre a studiare un po di elettronica mollano immediatamente, infine il preconcetto trenino= gioco per bambini.
    Tutto ciò concorre allo scarso interesse per il fermodellismo oltre ad una ignoranza di fondo del popolino italiota basta vedere la vendita di quotidiani o libri nei vari paesi europei che dimostra il livello culturale e apertura mentale verso l'hobby fermodellistico e altri.
    Ultima considerazione e forse primaria i costi si sa ogni hobby e costoso ma da noi è sempre più caro basta vedere i prezzi medi nei paesi nostri vicini molto più bassi e non per i negozi on linea ma visti e acquistati nei canonici negozi sotto casa.
    Quindi per noi ENNISTI italici non rimane che il mercato estero, ah dimenticavo un po di colpa la mettono alcuni negozianti che sostengono la morte della scala enne per spingere l' HO piuttosto che sbattersi per trattarla.
    Roby

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